“…Si vedevano volare corpi senza gambe, senza testa, arti sparsi…, un macello. Vidi un mio amico, appartenente al mio plotone, un certo Gaetano di Valeggio sul Mincio (lo conoscevo soltanto di nome) della classe 1893, inseguire un braccio che una gran scheggia gli aveva portato via proprio alla radice della spalla. Lo chiamai: «Tano, Tano, vieni qui! Lascia lì il braccio!». Arrivato vicino a me sotto la roccia, presi il mio pacchetto di medicazione e anche il suo, e fasciai alla meglio. Appena vidi una barella, chiamai i portaferiti, lo feci caricare e da quel momento di lui non ebbi più notizie, se fosse morto o sopravvissuto. La battaglia continuò fino al giorno 17.”
Caporal Maggiore Luigi Casarotto da Roncà (VR) classe 1891.
Termina la II Battaglia d’arresto sul Grappa con la vittoria italiana sull’Asolone e sul Solarolo Svetozar Borojević von Bojna, Comandante del fronte dell’Isonzo e capo di uno dei due gruppi d‘Armata austroungarici, considerava l’attacco uno sforzo suicida: tale atteggiamento di indecisione influenzò negativamente le sue scelte e contribuì indirettamente alla sconfitta austro-ungarica. L’assenza di unitarietà di comando dovuta alla divisione dei due Corpi d’Armata favorì la sconfitta dell’Esercito Imperialregio.