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4 min readDec 20, 2022

25 DICEMBRE 1941
BOSTON

“Natale in gramaglie”
di Luigi Meta, antifascista anarchico di Pratola Peligna (Aq), esule politico negli USA dal 1937

Boston, Natale 1941
«Come tornano tutte le feste, le stagioni, i fiori, nel rapido volgere di un anno è tornato anche il Natale. Ce lo ha portato il Dicembre grigio e freddo, sulle ali bianche di neve, con le sue leggende, le sue parole, a portare a tutta la stanca e afflitta umanità, un attimo di oblio e di speranza. La speranza che i popoli tutti ascoltino e prestino fede alle parole di pace e di fratellanza del biondo di Nazareth: depongano le armi omicide e si stringano la mano affratellati nel lavoro: fonte di speranza; affratellati nella giustizia: fonte di benessere. È una speranza che dovrà tradursi in realtà, se non vogliono distruggersi a vicenda, a tutto vantaggio di pochi senza scrupoli, avidi di ricchezze e di potere.
E formuliamo l’augurio, che lo stesso canto della leggenda che echeggiava nella gelida notte di un Dicembre lontanissimo sulla grotta di Bethlem, riecheggi su tutta la terra:
‘Pace agli uomini di buona volontà’
Il Natale è tornato… Ritrova il mondo in fermento e sui vasti orizzonti si è addensato l’uragano devastatore. La guerra imperversa, ed il Natale assume un aspetto tragico. La trincea, la vigile attesa, lo squillo di tromba, l’assalto, il cozzo dei mostri d’acciaio, lo schianto della bomba che esplode e dilania, il guizzo della fiamma, il grido di dolore, il rantolo dei moribondi.
L’alba natalizia sorgerà tinta di sangue.
In milioni e milioni di case il Natale non porterà nessun alito di letizia. Troverà, invece, piccoli emaciati in gramaglie, mamme scarne singhiozzanti e doloranti, vecchi incurvati e cadenti sotto il peso della nuova sciagura. Troverà terrore e fame. Genti che invece del clamore festoso delle campane, udranno il rombo del cannone, il crepitio delle mitragliatrici, lo schianto dilaniante e distruttore delle bombe.
Non gli angeli bianchi della leggenda voleranno in volo lieve nella purezza del cielo stellato ma i foschi stuoli rombanti dei velivoli, annunziatori di distruzione e di morte. Stuoli in formazioni vaste che passeranno sulle città, sui monti, sui campi, per appagare sempre più la loro sete di sangue e di strage.
Il Natale è tornato… Ma il Natale è la festa specialmente dei piccoli. Ed è ai piccoli che bisogna accostarsi in questo periodo di anni giacché essi hanno l’anima di innocente tutta bianca, non ancora presa nella morsa della passione dei grandi.
Anime candide che della vita non conoscono la cattiveria, le bassezze, ma il folgorio della bellezza. La loro giornata è tutta piena di sole.
Ignari di tutto ciò che succede attorno a loro, nella sera della tradizionale veglia si mettono attorno alla mamma, che tornerà a narrare la leggenda di Gesù. E narra come in una notte gelida, stuoli di angeli bianchi discesero dal cielo per annunciare agli uomini che in una stalla, fra il bue e l’asinello, era nato il Redentore; che una stella cometa apparve nella notte per guidare le gente alla grotta di Bethlem.
Ascoltano in silenzio con attenzione. Poi vanno a letto spensierati e giulivi, sognano il loro dono di Natale, forse il babbo è caduto squarciato dalla mitraglia.
Ma è la vostra festa, o piccoli. Le tempeste e le durezze della vita non ancora hanno attenuato il loro palpito, non ancora hanno scolorito e diminuito la vostra gioia.
Ma voi, o piccoli, che siete la speranza di domani, raccoglierete la voce del biondo di Nazareth per affrettare sulla terra la vera alba di redenzione? Sentirete voi la profondità e la grandezza della sua passione e la farete vostra? Sarete voi a scrivere un gran libro della vita, la parola che la leggenda fa fiorire sulle labbra di Gesù: Giustizia?
Il Natale è tornato… Solo nella nostra anima, giacché più non la confortano la spensieratezza della giovinezza e le speranze che vi sfiorirono e dileguarono a mille a mille, la voce di Natale giunge come un’eco lontana.
Tutto langue nella luce crepuscolare della vita che declina. Tutto è menomato dalla tempesta delle passioni che si addensano sul nostro capo. Tutta un’era rantola, agonizza in un’orgia di negazione e di distruzione.
Invano abbiamo lottato per cercare la pace, la fratellanza, la giustizia. La cattiveria dei pochi e l’incomprensione dei molti han fatto marcare il passo; ed in questo momento in cui l’umanità appare più turbolenta e satura d’odio; in questo momento in cui l’umanità è piombata nel caos, pensiamo con amarezza che fino ad oggi queste parole sono state, e sono, un’ironia.
Il Natale è tornato… Pur non essendo la nostra festa esso ci unisce almeno per un giorno. Ci unisca nella nostra fede. Nella fede in una società di uomini e non di bruti; nella fede in una società in cui la pace, la fratellanza, la giustizia non siano delle chimere; nella fede che da questo carnaio umano sorgano nella loro maestosa grandezza di Redenzione: Libertà e Giustizia».
In «Il Risveglio», ‘Giornale italiano indipendente’, a. XXI, n. 51, Dunkirk, N.Y., 20 dicembre 1941

Vincenzo Di Luzio Marco Trip Alberico

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L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è un’associazione fondata dai partecipanti alla resistenza italiana contro l’occupazione nazifascista.

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