28 MAGGIO 1974
BRESCIA.STRAGE DI PIAZZA DELLA LOGGIA
I COLPEVOLI SONO EREDI DI HITLER
di Alberto Moravia
Non so se l’autore o gli autori dell’attentato terroristico di Brescia saranno scoperti e arrestati come tutti ci auguriamo; ma so di certo che nel caso affermativo, essi tenterebbero di fornire, per la loro infame azione, una giustificazione, diciamo così, ideologica. Del resto che ci sarebbe di strano? (…) Hitler è stato ad un pelo dal vincere la seconda guerra mondiale; e tuttavia aveva
come giustificazione, diciamo così, culturale la spazzatura ideologica raccattata nei caffè di Vienna durante i suoi anni oscuri (…) L’attentatore di Brescia ha quasi certamente lo stesso genere di giustificazioni ideologiche del fondatore del nazismo; ma non è questa la questione importante. La questione importante è che purtroppo l’era incominciata almeno in Italia con la strage
di piazza Fontana non è per finire così presto; e che per molti anni ancora dobbiamo aspettarci altre bombe, altri attentati, altre stragi, insomma altro terrorismo (…) Mi pare di sentirli gli attentatori: «Che importano una decina, ventina di morti in un mondo in cui vegetano alcuni miliardi di uomini? Quello che importa è invece la nostra idea della difesa della civiltà occidentale, della supremazia della razza bianca, dell’egemonia della cultura europea e così via». E invece no. Ognuna delle vite stroncate dalla bomba di Brescia, se esaminala da vicino nella sua unicità e originalità, si sarebbe rivelata infinitamente più degna di esistere
delle pseudo-idee giustificatrici della bomba assassina (…) Semmai, bisogna fare l’osservazione che il terrorismo è assurdamente legato a filo doppio coi mass-media, cioè con i giornali, la radio e soprattutto la televisione. Quella legittimità e autonomia razionali che non possono assicurargli né surrogati ideologici né il denaro dei mandanti, il terrorismo si illude di trovarli nella rappresentazione spettacolare (…) Così, con la strage di Brescia,
gli assassini riescono soltanto a mutare lo spettacolo. A inserire tra un numero di pubblicità e un altro la piazza insanguinala, la fila delle bare, il corteo funebre.
Corriere della Sera
29 maggio 1974
