Nella sera tra il 4 e il 5 giugno del 1968, nella sala da ballo dell’Ambassador Hotel di Los Angeles, Robert Kennedy, fratello di John Fitzgerald Kennedy, stava festeggiando la vittoria elettorale alle primarie della California. Dopo il suo discorso, mentre si allontanava dall’hotel attraverso le cucine, gli spararono dei colpi di pistola che lo colpirono al cuore e ferirono alcuni reporter che lo stavano seguendo. Kennedy morì poco dopo all’ospedale a soli 42 anni e le sue ultime parole furono “Gli altri stanno tutti bene?”. Robert, chiamato affettuosamente Bob, divenne famoso come primo consulente giuridico della Commissione anticracket sotto il presidente McClellan e in seguito come ministro della Giustizia durante la presidenza del fratello. Dopo l’assassinio si JFK si avvicinò al movimento per i diritti civili di Martin Luther King, fu un oppositore della Guerra in Vietnam e criticò duramente il PIL come indicatore di benessere. Sosteneva che dovevano essere la compassione e l’amore a farci comprendere il mondo. Nel 1968 annunciò la candidatura alla presidenza degli Stati Uniti sostenuto fermamente da pacifisti e neri. Celebre fu il suo discorso dopo che apprese dell’assassinio di Martin Luther King:
« Amore, saggezza, solidarietà per coloro che soffrono, giustizia per tutti, bianchi e neri. »