ITALIANI BRAVA GENTE…
Giorno del Ricordo…di tutte le vittime

Il luogo del delitto. Italiani senza onore

di NICOLA TRANFAGLI

Brutta malattia, quella del nazionalismo, che ha portato molti paesi europei dopo la prima guerra mondiale ad accettare regimi autoritari e dittatori come Mussolini in Italia, Franco in Spagna, Salazar in Portogallo.
Sconfitto nella seconda guerra mondiale grazie al movimento antifascista e alla Resistenza, il nazionalismo riemerge quando si scrive la storia del nostro passato. Gli eredi del fascismo mussoliniano presentano disegni di legge come il numero 2244, tuttora incardinato nei lavori parlamentari, che vuole equiparare i reduci della Repubblica sociale italiana ai partigiani e a tutti i militari combattenti in Europa che lottarono contro i paesi dell’Asse nazifascista.
Ma ci sono anche quelli — e non sono pochi — che, senza arrivare al rovesciamento della storia e allo più sfacciato revisionismo, vogliono tuttavia, ad ogni costo, difendere il mito del bravo italiano e negare che nella seconda guerra mondiale ci sono pagine terribili che riguardano il comportamento delle truppe italiane di occupazione in Europa. Questo problema è sempre esistito ma si è accentuato negli anni Novanta di fronte alla ripresa dell’offensiva revisionista.
Segnalo ai lettori su questo aspetto due saggi usciti negli anni Novanta che parlano proprio di ciò: Il mito del bravo italiano di David Bidussa, pubblicato dal Saggiatore nel 1994 e Italiani. Stereotipi di casa nostra di Loredana Sciolla, apparso presso il Mulino tre anni dopo (1997). Sono l’uno e l’altro letture assai istruttive su una pubblicistica assai larga che ripropone una visione infondata del comportamento degli italiani nella seconda guerra mondiale: tedeschi tutti cattivi, italiani tutti buoni. Uno stereotipo che dimentica che gli uni e gli altri erano preda di un’ideologia fascista inquinata da germi razzisti ed erano convinti di fare una guerra per la vittoria totalitaria del Terzo Reich e dei suoi alleati.
Purtroppo nel nostro paese, per ragioni politiche, attribuibili alla “guerra fredda” e all’atteggiamento dei partiti di centro e di destra che hanno tenuto il potere nel primo quarantennio, i processi contro i criminali di guerra italiani e tedeschi sono stati insabbiati e di fatto annullati (come ha dimostrato di recente Franco Giustolisi nel suo bel libro L’armadio della vergogna). Gli italiani sanno assai poco di questa storia. Da questo punto di vista, un libro come Italiani senza onore. I crimini in Jugoslavia e i processi negati (1941–1951) a cura di Costantino Sante pubblicato dal piccolo editore Ombre Corte (pagine 270, euro 18,00) merita una grande attenzione. Grazie a questa pubblicazione abbiamo finalmente un quadro abbastanza preciso di quello che le truppe fasciste hanno fatto negli anni della guerra in tutta la Jugoslavia con l’indicazione degli atti di barbarie, delle massicce fucilazioni, delle stragi compiute e l’indicazione dei comandanti che avrebbero dovuto essere giudicati per crimini di guerra e che invece tornarono tranquillamente nelle loro case e spesso alle loro cariche militari e civili. L’autore pubblica integralmente la richiesta del governo jugoslavo e la risposta difensiva dello stato maggiore del nostro esercito.
Chissà perché di questa pagina oscura e vergognosa non hanno parlato né le trasmissioni televisive né i grandi giornali, se si esclude un breve articolo sul Corriere della Sera. Vince ancora una volta lo stereotipo nazionalista.

Nella foto Rastrellamento delle truppe italiane a Plevlja, Montenegro, 1941

Anpi3Roma
3 min readFeb 2, 2023

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Written by Anpi3Roma

L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è un’associazione fondata dai partecipanti alla resistenza italiana contro l’occupazione nazifascista.

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